Cisl-Fp: Al Mef le valutazioni sono uno strumento di crescita professionale o un esercizio di potere del valutatore?
Si è da poco conclusa la fase di “presa visione” della Valutazione della performance 2023 e troppi colleghi ci comunicano di aver trovato abbassato il punteggio della propria autovalutazione.
Una vera “sorpresa” visto che quasi sempre questa modifica non è stata comunicata dal dirigente al collaboratore.
Temiamo che più di qualche dirigente non abbia rispettato le direttive impartite dal DAG e si sia sentito in diritto di valutare i colleghi in modo avulso da quelle che sono le “regole del gioco”: a Tizio confermiamo il massimo, a Caio abbassiamo di una fascia, a Sempronio di due.
Tuttavia la valutazione della performance segue regole chiare che se fossero sfuggite a qualcuno è forse il caso di riepilogare.
Il valutatore poteva inserire dati diversi da quelli di autovalutazione solo in “presenza di specifiche, pertinenti e formali evidenze”.
Inoltre, in caso di valutazione discrezionale è “fortemente consigliato che il valutatore effettui, durante l’attività di valutazione, un colloquio informale di feedback con il valutato, al fine di conciliare i diversi punti di vista sull’attività svolta e sui comportamenti operati nel corso dell’anno in esame, così da rendere la valutazione più armonica possibile” (nota MEF - DAG prot. n. 85425 del 7 agosto 2024).
In troppe circostanze queste specifiche, pertinenti e formali evidenze non sono state comunicate al valutato né si sono tenuti colloqui informali di feedback.
Pertanto ci sentiamo di fare un invito a tutti i valutatori affinchè rispettino quanto previsto nella nota del DAG e prendano nella dovuta attenzione le osservazioni del personale che si è sentito valutato in modo difforme rispetto a quanto previsto, soprattutto se la valutazione attribuita ha comportato un passaggio ad una fascia inferiore, perché in tal caso si rischia anche di penalizzare le future progressioni economiche del collega valutato.
Come CISL siamo convinti che la valutazione non debba essere uno strumento punitivo o di valorizzazione della gerarchia, ma di contro un modo per individuare modalità ed azioni per accompagnare il lavoratore nella sua crescita professionale - anche con apposita formazione - con costruttivi momenti di dialogo e confronto tra valutatore e valutato nell’ambito di una visione condivisa e di un approccio partecipativo del valutato al processo di misurazione e valutazione della performance.
Segnalateci le situazioni che non rispettano queste regole, ci faremo carico di supportare le vostre istanze.
Il Coordinatore Nazionale
Walter De Caro
Per qualunque dubbio e approfondimento, invitiamo a visitare il nostro sito internet https://mef.cisl.it e a scriverci su [email protected].
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