Lavoro agile al Mef: la posizione della CISL
COMUNICATO 3/2023 - Tutti sappiamo che da oggi entra in vigore la nuova policy sul lavoro agile.
Una policy che ha avuto una gestazione lunga e complessa, frutto di tanti incontri prima con l’Amministrazione, poi con la parte politica, e che per questo avremmo voluto chiara e facilmente comprensibile a tutti, a partire da chi la deve applicare, cioè la dirigenza.
Invece fin dall’inizio i dubbi sono stati così tanti che in assenza delle FAQ praticamente nessun ufficio aveva stipulato gli accordi individuali.
Purtroppo anche dopo l’uscita delle FAQ stiamo assistendo ad una differenziazione di applicazione della policy, su cui come CISL teniamo a far chiarezza.
◆Anzitutto il periodo di riferimento: semestrale, annuale, a tempo indeterminato. E’ facoltà delle parti decidere quale di questi tre periodi applicare, quindi non è contraria la scelta di nessuno dei tre. Qualunque scelta, però, e quindi /anche quella che limita nel tempo, va motivata, perché è il caso di ricordare che il lavoro agile non è una concessione dirigenziale ma un accordo fra due parti.
◆ 6 giorni o 8? Questione molto problematica da quanto si sente in molti uffici. Su questo dobbiamo essere chiari: la parte politica ha assicurato che gli 8 giorni devono essere concessi a meno di specifiche motivazioni addotte dal dirigente. Vanno concessi “in esito alla valutazione dei livelli di efficienza e di funzionalità della Struttura”. Tradotto, vuol dire che se non si abbassano i livelli di produttività dell’ufficio, nessuno deve essere escluso dalla possibilità di fruire degli 8 giorni.
Invece ci giunge notizia che in alcuni Ispettorati, UCB o Direzioni, l’ordine dall’alto sarebbe quello di concedere gli 8 giorni solo a chi rientra nelle condizioni di cui all’art. 3, comma 2 della policy. Non è questo lo spirito della policy, non è questo che è stato stabilito. Quindi pretendiamo rispetto per noi che abbiamo partecipato ai vari tavoli sindacali e soprattutto per i colleghi che chiedono di passare da 6 a 8 giorni, altrimenti la lunga battaglia sindacale unitaria che abbiamo condotto sarebbe stata completamente vana e allora saremmo costretti a segnalare alla parte politica l’inadempimento di quanto concordato.
◆Incidenza delle assenze sulle giornate espletabili in lavoro agile. Qui dobbiamo dire che la FAQ 39 è chiara. Le assenze non riducono le giornate di lavoro agile. Ripetiamo: le assenze non riducono le giornate di lavoro agile. Poi è chiaro che, come prosegue la FAQ, se in un mese ci sono moltissimi giorni di ferie e, supponiamo, molti dipendenti sono contemporaneamente in ferie, può accadere che si possa concordare una diversa fruizione in quel singolo mese, ma mai come in questo caso ciò che conta è il buon senso delle parti. In moltissime Corti di Giustizia, ad esempio, il problema si è finora risolto con reciproca disponibilità fra i direttori e i collaboratori.
◆Contattabilità, inoperabilità, disconnessione. La contattabilità deve essere generalmente non superiore alle quattro ore, come chiaramente scritto. Durante la fascia di contattabilità bisogna essere disponibili, per il resto il lavoro può essere svolto dai colleghi con i tempi e i modi che rendano loro possibile la conciliazione vita-lavoro. Altrimenti non è SMART working ma telelavoro. Detto questo, se qualche struttura chiede una contattabilità superiore alle 4 ore lo può fare – ricordiamo che è un accordo, non un’imposizione – ma comunque non si può andare oltre l’orario di lavoro, quindi pretendere 8 ore o più è illegittimo!
Non solo, è altrettanto illegittimo chiedere che la contattabilità termini oltre l’orario consueto di lavoro del collega. Ad esempio chiedere una fascia che finisce alle 18 va oltre l’orario di 7,12 ore massimo di lavoro. Un conto è essere collaborativi e rispondere eccezionalmente fuori orario – tantissimi colleghi in questi anni hanno mostrato una disponibilità encomiabile! – un altro scriverlo in un accordo.
Allo stesso modo, c’è qualche dirigente che crede che la fascia di inoperabilità sia in tutto di 11 ore, come se con il lavoro agile fossimo tenuti ad essere operativi per le restanti 13 ore giornaliere. Non è ovviamente così, quelle sono ore previste dal CCNL ad ulteriore tutela del lavoratore.
Invitiamo chi è caduto in questa erronea convinzione a rileggere l’art. 6 comma 7 della policy: il lavoratore ha diritto alla disconnessione. A tal fine, fermo restando le fasce di inoperabilità, negli orari diversi dalle fasce di contattabilità non sono richiesti contatti con colleghi o dirigenza, né lettura di mail né risposte a telefonate o messaggi.
Sperando di aver chiarito non tanto la posizione della CISL ma quanto scritto “chiaramente” nella policy sul lavoro a distanza del MEF, ci preme segnalare un ultimo punto.
Ci risultano alcune Direzioni generali, Ispettorati o Uffici Centrali di Bilancio nei quali viene proposto un accordo uniforme (= calato dall’alto) a tutto il personale. Ora, pur comprendendo la difficoltà di gestire uffici grandi, come CISL ancora una volta siamo costretti a dire che non è questo lo spirito del lavoro agile anche perché non ci risulta che dall’alto di qualche importante Dipartimento sia partito questo input. Non vorremmo che invece questo diventasse il paravento per qualche Direttore Generale per giustificare le sue scelte.
Inutile che in sede di confronto sindacale ci venga detto che si vuole lasciare libertà ai singoli dirigenti di proporre accordi specifici quando poi ci sono Direttori di I fascia che impongono ai loro dirigenti una loro visione del lavoro agile. Noi continuiamo a chiedere che si faccia cultura, su questo lavoro agile, che i vari corsi di formazione, webinar, ecc diretti ai dirigenti non rimangano meri adempimenti ma si traducano in azioni concrete. Solo allora potremo dire di avere una vera amministrazione smart e al passo coi tempi.
Per qualunque dubbio e approfondimento, invitiamo a visitare il nostro sito internet https://mef.cisl.it e a scriverci su [email protected].
Il Coordinamento Nazionale
- Scarica il volantino del comunicato (clicca qui)
Nessun commento: